L’abitato rientra nel più ampio apparato geologico dei Campi Flegrei, ovvero dell’ampia area di vulcanismo attivo che è limitata a Sud dalla dorsale di Posillipo e che si spinge a Nord fino a Cuma, costituita da una caldera del diametro di circa 12 km, localizzata nell’ambito tettonico della struttura a graben della Piana Campana, nella quale, oltre a Bacoli, ricadono i Comuni di Pozzuoli, Monte di Procida e Quarto Flegreo. Il tutto senza dimenticare alcuni quartieri di Napoli quali Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Soccavo e le località di Agnano e di contrada Pisani.

Il sito, naturalmente, è da inquadrarsi nella fascia costiera, attualmente di competenza della Regione Campania, che ha inglobato l’Autorità di Bacino della Campania Centrale. Inoltre esso è compreso nel Parco naturale regionale dei Campi Flegrei, che perimetra una zona di origine vulcanica nonché di acclarata valenza ambientale e storico archeologica.

Nel corso dei secoli quest’area ha subito numerosi fenomeni franosi che hanno determinato la perdita di importanti strutture archeologiche crollate a mare a causa del bradisismo e dell’azione erosiva dovuta agli agenti atmosferici.

Il parco di villa Ferretti, come accennato in premessa recentemente confiscato alla criminalità organizzata ed acquisito dal Comune di Bacoli, è prospiciente il tratto di costa del Golfo di Pozzuoli compreso tra il porto di Baia e la spiaggia del castello Aragonese.

L’area oggetto di intervento è interessata da intense mareggiate che determinano una costante erosione con conseguente squilibrio dell’assetto costiero.

Nel dettaglio, come indicato nelle immagini di seguito riportate – estratte con un rilievo fotogrammetrico con drone eseguito ad hoc – nel parco di villa Ferretti sono presenti sgrottamenti lungo la banchina, dissesti della pavimentazione in basolato antistante la villa, piccole voragini in corrispondenza del tratto di banchina prospiciente la scala di accesso, distacchi del cordolo basaltico ubicato sul muro perimetrale.

Tra l’altro si è verificato il crollo di una porzione del fronte che si estende per una lunghezza di circa 20 metri, come rappresentato nella terza foto della sequenza riportata.

Il progetto prevede di ripristinare lo stato dei luoghi nell’imminenza, al fine di evitare la progressione del fenomeno, che inevitabilmente – senza ulteriori opere a presidio – ha già iniziato ad espandersi, sia in lunghezza sia in profondità, andando ad incidere su parti precedentemente intatte.

Gli interventi previsti nel Progetto Esecutivo riguardano il solo Intervento Tipo D relativo alla realizzazione della scogliera soffolta.

La scogliera presenta berma a quota +0.00 m.s.l.m e larghezza 15.50 m e uno sviluppo longitudinale di circa 100 m. La mantellata lato mare e le testate presentano pendenza 3/2 e uno strato dello spessore di 1.5 m di massi di IV Cat., altresì la scarpata lato interno presenta una pendenza di 3/2 .

Lo studio è stato curato dall’Università Parthenope di Napoli, in particolare dal docente di costruzioni marittime Prof. Guido Benassai.

Lo scopo delle elaborazioni è la caratterizzazione del clima ondoso di largo ed in acque basse al fine di definire i valori di altezza d’onda e periodo da porre alla base del progetto.

Lo studio è stato articolato secondo i seguenti steps:

• Inquadramento geografico del paraggio e definizione del settore di traversia;
• Individuazione dei fetches geografici ed efficaci;
• Reperimento ed analisi statistica-probabilistica di serie storiche ondametriche;
• Propagazione del moto ondoso da largo;
• Propagazione del moto ondoso a riva in presenza della scogliera di progetto

In virtù della nuova posizione della scogliera condivisa con l’Amministrazione ed il RUP lo studio è stato aggiornato. Nello specifico è stata studiata la propagazione del moto ondoso a riva in presenza della scogliera di progetto nella sua nuova posizione. Si riportano, a titolo esemplificativo